domenica 29 maggio 2011

Siamo all'epilogo.

La mia storia come tante altre, solo che questa storia è la mia e fa male a me.
Non m'importa se non sono la prima e neanche l'ultima, che c'è gente che sta peggio di me, non mi consola questo. Io sto male per la mia storia, perchè la vivo sulla mia pelle.
L'ottimismo va a farsi fottere, se n'è andato già da tempo.
Succede.
Adesso succede a me.

Reduci entrambi da storie importanti,compagni di scuola,  amici da una vita ci confidavamo tutto, una sera siamo usciti da soli,ci siamo ubbriacati e tra un panino e una carambola ci siamo baciati.
Risate, paure, sensazioni strane iniziali, hanno lasciato il posto ad un amore pazzo d'amore.
Ci saremmo voluti sposare subito, ma la suocera con i suoi pianti ci ha convinti ad aspettare due anni.
Sono stata accusata di averlo sposato troppo piccolo...ebbene sì, l'ho minacciato con una pistola puntata alla tempia!
Io ERO convinta che lui fosse piu' maturo degli altri ragazzi di quasi 24 anni...ma quanto è vero che l'amore è cieco! Con il senno di poi ho maturato l'idea che nessun uomo è maturo abbastanza.
Dopo sei mesi sono rimasta incinta del primo figlio, il terrorista.
L'amore pazzo si è trasferito tutto su di lui, o forse così ha creduto. E' vero che quando si diventa mamme si cambia e che colui che era stato in primo piano, forse troppo precocemente, è passato in secondo piano.
Ecco comparire i primi problemi che nella sua testa si  amplificavano e nella mia vagavano nascondendosi negli angoli piu' oscuri.
Ho cercato sempre di risolverli i problemi, ma solo se mi sbattono in faccia con chiarezza, perchè io ho il vizietto di nascondere a me stessa le verità scomode.
Passano sei anni e il desiderio di una piccoletta si fa sempre piu' insostenibile.
Sono stata accusata di aver tentato di procreare facendo uso improprio di "pisello" nolente...ancora una volta ho sfoderato la mia 44 magnum e ho abusato di lui!
E' stata una gravidanza di lacrime, di liti furiose, un marito assente, bugiardo e silente.
Silente...non mi diceva ormai da troppo tempo che mi amava e la cosa mi faceva male, ma la giustificavo pensando che lui volesse fare l'uomo duro ma in fondo mi amava.
Stupida.
Silente...il suo malessere era così forte ma lo teneva dentro a marcire.
Silente...i miei fiumi di parole, le mie lettere, le mie poesie, tutte senza mai una risposta ai miei perchè.

Sono un grandissima stupida. Lo so. Me ne rendo conto solo adesso di quanto io sia stata stupida.

Una mattina mi sono svegliata e lui si era già alzato. Il suo cellulare sul comodino. Io che, forse per paura di scoprire qualcosa che non avrei mai voluto scoprire, forse perchè la mia onestà mi impediva di comportarmi in maniera scorretta, forse perchè ancora una volta stupida e anormale, non avevo mai spulciato tra i messaggi e le chiamate, ma quella mattina l'ho fatto...
Quel cellulare che camminava sempre con lui, che non restava mai incustodito, quella mattina vibrava sul comodino e lui era in salotto a fumare una sigaretta.
Con il cuore in gola, dubbi e sensi di colpa, ma una voglia incotrollata di sapere pur facendomi male, prendo quel cellulare e richiamo. La voce di una donna...solo io mi sono stupita, vero???? Stupida, lo so. C'era un messaggio che ancora lampeggia come un'isegna nella mia mente: "TI AMO" ...io che da tanto, troppo tempo non sentivo dirmi una cosa simile...e cosa ancora piu' bizzarra il messaggio era da parte di "papi" e di certo un padre (con tutto l'amore che ha per un figlio) non scrive certi messaggi.
La vista annebbiata,gli occhi fuori dalle orbite, i nervi scoppiettanti, il cuore che mi usciva dal petto, vado in salotto con quel telefono in mano e facendo partire la chiamata gli dico :"ha chiamato papi, è al telefono, vuole parlare con te".
Nel tentativo di togliere il cellulare alla belva furiosa (io) il cellulare si è spezzato ed è finito subito dopo violentemente fuori dalla finestra (sempre io).
Sono stata accusata di essere pazza, di essermi inventata tutto, di aver frainteso...e qui la mia 44 magnum purtroppo aveva finito le pallottole!
Lui se n'è andato a casa dei suoi genitori "per riflettere" perchè "io" lo distruggevo e gli rendevo la vita impossibile.
Stupida...mi ero quasi persuasa di essere io la pazza, quella esagerata.
Dopo due settimane è dovuto ritornare, perchè il padre non ha tollarato piu' un simile comportamento.
E' tornato, senza volerlo, senza dire una parola, senza discutere, senza mettermi al corrente dei suoi piani.
La stupida (che sarei sempre io) gli aveva dato il suo perdono.
Lui ha sempre negato e mi accusato di aver usato quella storia (che mi ero assolutamente inventata!!) per giustificare i miei sbagli, per dare la colpa a lui di tutto.
La stupida raccoglie i pezzi e cerca d'incollarli alla meno peggio, ma sapeva già che la cosa non avrebbe retto a lungo.
In questo tempo ho esercitato molto la mia pazienza e ho cercato di scacciare l'insistente malsano(?)pensiero di andare a fare una visitina a "papi" e fracassarle il viso di pugni, niente 44 magnum solo la goduria di sentire le ossa frantumarsi sotto le mie nocchie.
Alla fine che ne vale...

Mi sono ostinata a tenere accanto un marito che non mi vuole. Questa è la verità.
Per i miei figli, perchè non riesco a sopportare l'idea che per colpa del mio egoismo loro debbano fare a meno del loro padre.
Stupida.
Ieri è stato tutto il giorno fuori. Di mattina le prove, pranzo fuori e partita di tennis, poi ha portato il terrorista al parco giochi e non ha voluto aspettare che io mi preparassi per andare con loro.
Stupida...ancora piangi???
Rientro alle 21 e io non avevo preparato nulla per cena, convinta che avessero mangiato fuori.
Io indifferente.
Prende le chiavi e dice:"vado da mia sorella"...e non è rientrato neanche per la notte.
Mi ha mandato due sms appena andato, diceva che bisogna riflettere sulla cosa piu' giusta da fare, che non ce la fa piu', che "dobbiamo" smettere di farci del male.
Traduzione: "stupida!!! Ancora credi in Babbo Natale??"

Lui va e viene a suo piacimento e io sono imprigionata in una campana di cristallo.
Io non posso fuggire, io ho delle responsabilità, anche se teoricamente pure lui.
Ci sono i bambini di mezzo e loro non devono pagare delle colpe che non hanno, ma pagheranno comunque.

Mi sento morire e dovrò far finta che tutto va bene, con i bimbi, al lavoro, con i miei genitori.

Invece vorrei correre dietro un treno e urlare fino a rimanere senza voce, vorrei fare l'irresponsabile, ubbriacarmi e magari scoparmi uno sconosciuto e sentirmi sporca, andarmi a schiantare subito dopo con l'auto contro un albero in una campagna sperduta e dormire per 4 giorni.

Non posso.
Posso solo piangere,avere un'immensa paura, sentirmi sola e fare finta che la vita continua senza alcun problema.
Ma chi cazzo lo ha stabilito che le mamme devono essere forti???
Ecco...io sono stanca di essere forte.

Scusatemi.

Avevo bisogno di sfogarmi senza fare attenzione alle brutte parole, ai verbi un pò al presente e un pò al passato, alla tristezza che vi ho trasmesso, ma non riesco a fare altrimenti.

15 commenti:

  1. ciao donna dal cuore in frantumi,

    posso solo offrirti una spalla su cui piangere o appoggiarti,
    posso provare a farti fare un sorriso,
    posso offrirti una breve fuga con la fantasia (questo tipo di viaggi è ancora a costo zero),
    per il resto, purtroppo,posso solo augurarti di fare le scelte più giuste per tutti voi.

    Fabiana

    p.s. vado a cercare di capire come funziona il regalo che hai lasciato per il mio blog :)

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  2. sono figlia di divorziati che si sono separati quando avevo 10 anni e ti assicuro che la tensione in famiglia si sentiva quindi non credere che stare insieme per il loro bene vi renda sereni se non in superficie.
    e poi scusa, avrai diritto anche tu alla felicità?
    sarà doloroso ma DEVI pensare che la vita ti riservi ancora tanti "ti amo" e innumerevoli carezze.
    per ora hai solo il mio abbraccio da lontano...

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  3. Mi dispiace...quoto mammasuperabile. Non credere che i tuoi figli non si accorgano di quello che succede in casa. E tu hai tutto il diritto di essere felice. Un abbraccio

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  4. Mi dispiace tanto saperti così.Ti do' un abbraccio forte forte e una spalla su cui appoggiarti.
    So che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare...ma ciò che adesso ti sembra tanto doloroso tra qualche tempo potrebbe rivelarsi la scelta giusta.
    Ricorda che i tuoi figli sono un'infinita ricchezza e con loro non sarai mai sola..
    Bussa quando vuoi!

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  5. Ho scritto questo post di getto e mi sono sputtanata alla grande...MACHISSENEFREGA!
    Grazie per gli abbracci, anche se virtuali.
    Non vorrei che i miei figli avessero mai dei genitori divorziati, ma a questo punto non dipende neanche da me. Io ho fatto del mio meglio e magari non è neanche un granchè.
    Posso stare solo a vedere, ma credetemi ho paura, rabbia, mi scoppia la testa.
    Forse un giorno ritroverò un minimo di serenità, adesso solo al pensiero mi viene da vomitare. La cosa giusta è prendere ognuno le proprie responsabilità e andare avanti, riscostruire la famiglia, per la famiglia. Separati o no, non mi potrò mai "liberare" di lui nè lui di me, perchè abbiamo una famiglia in comune ed è davvero troppo per mandare tutto a quel paese.
    Evidentemente questo non è possibile, almeno per lui.
    Amammuzza

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  6. p.s. ho appena risposto al tuo liebster blog :)
    Fabiana

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  7. Questo è un fulmine a ciel sereno. Un post del genere è una pugnalata nello stomaco, mi ha davvero fatto male. Non posso neanche immaginare come tu ti senta.
    Scrivi che non vuoi che i tuoi figli abbiano genitori divorziati, ma credo che a questo punto sia la cosa migliore per loro. Vivere coi genitori che litigano e che si ignorano, penso sia molto, ma molto peggio per loro.
    Tu dici che è troppo mandare tutto a quel paese per la tua famiglia, ma io invece, nella mia assoluta ignoranza della tua situazione, penso che sia vero il contrario, ossia che per il bene dei tuoi figli tu debba mandare lui a quel paese.
    Ti abbraccio forte!

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  8. FAI CIO' CHE IL TUO CUORE RITIENE GIUSTO E DAI LI TROVERAI LA FORZA PER AFFRONTARE QUALSIASI DIFFICOLTA'...TI AUGURO TUTTO IL BENE POSSIBILE PER TE E LA TUA FAMIGLIA

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  9. ciao mammuzza,meglio soffrire ora per preparare una futura serenità a te e ai tuoi figli,baci ti voglio bene

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  10. ciao mammuzza, voglio donarti questo racconto:
    LA BENEDIZIONE – Bruno Ferrero
    Nella comunità dell' Arca dove aveva deciso di vivere, dopo una vita passata nel mondo universitario, un giorno il celebre padre Hernti Nouwen fu avvicinato da una handicappata della comunità che gli disse: “ Henri, mi puoi benedire?”. Padre Nouwen rispose alla richiesta in maniera automatica, tracciando con il pollice il segno della croce sulla fronte della ragazza. Invece di essere grata, lei protestò con veemenza: “No, questa non funziona. Voglio una vera benedizione!”. Padre Nouwen si accorse di aver risposto in modo abitudinario e formalistico e disse: “ oh, scusami... ti darò una vera benedizione quando saremo tutti insieme per la funzione”. Dopo la funzione, quando circa una trentina di persone erano sedute in cerchio sul pavimento, padre Nouwen disse: “ Janet mi ha chiesto di darle una benedizione speciale. Lei sente di averne il bisogno adesso”. La ragazza si alzò e andò verso il sacerdote, che indossava un lungo abito bianco con ampie maniche che coprivano sia le mani che le braccia. Spontaneamente Janet lo abbracciò e pose la testa contro il suo petto. Senza pensarci, padre Nouwen la avvolse con le sue maniche al punto di farla quasi sparire tra le pieghe del suo abito. Mentre si tenevano l'un l'altra padre Nouwen disse: “Janet, voglio che tu sappia che sei l'Amata Figlia di Dio. Sei preziosa agli occhi di Dio. Il tuo bel sorriso, la tua gentilezza verso gli altri della comunità e tutte le cose buone che fai, ci mostrano che bella creatura tu sei. So che in questi giorni ti senti un po' giù e che c'è della tristezza nel tuo cuore, ma voglio ricordarti chi sei: sei una persona speciale, sei profondamente amata da Dio e da tutte le persone che sono qui con te”. Janet alzò la testa e lo guardò; il suo largo sorriso dimostrò che aveva veramente sentito e ricevuto la benedizione. Quando Janet tornò al suo posto, tutti gli altri handicappati vollero ricevere la benedizione. Anche uno degli assistenti, un giovane di ventiquattro anni, alzò la mano e disse: “E io?”. “ Certo”, rispose padre Nouwen. “Vieni”. Lo abbracciò e disse: “John, è così bello che tu sia qui. Tu sei l'Amato Figlio di Dio. La tua presenza è una gioia per tutti noi. Quando le cose sono difficili e la vita è pesante, ricordati sempre che tu sei Amato di un amore infinito”. Il giovane lo guardò con le lacrime agli occhi e disse: “ Grazie, Grazie molte”.

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  11. ehi...purtroppo capita di soffrire come un cane...poi soffrire per amore eè come soffrire per un lutto...è semplicemente devastante...sfogati quanto vuoi, questo è il tuo muro dove piangere e dare testate se ti serve, non ti sputtani per niente...ma voglio dirti una cosa, nelle tue parole sento un dolore immenso, ma ammiro la grinta che ne viene fuori...ti lascio un abbraccio, forte e vero...non sparire! ;)

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  12. Grazie infinite a tutti, il vostro calore mi arriva fino al cuore.

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  13. In questi casi non si mai cosa dire.. figurato poi cosa potrei dire io che sono capitata qui per caso.

    Forza e coraggio ragazza! Forza e coraggio!

    Ti seguiro..

    E non dire piu' "chi si nuddu mmiscatu ccu nenti"!
    Sei una donna, sei una mamma, hai mille risorse. Devi solo tirare fuori la grinta per reagire!

    Mandorla
    Mandorla!

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  14. Grazie Mandorlamara...
    Mandorla!Mandorla!!!

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  15. Avevo letto l'ultimo post e incuriosita sono tornata a ritroso. Mi dispiace per quello che stai passando. Anche io sono divorziata(senza figli), ma ti posso assicurare che il sereno torna, piano piano ma torna e tu riuscirai a venirne fuori. Sopratutto perchè i tuoi piccoli hanno bisogno di te. Un abbraccio forte.

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